Ritengo che prima di giudicare qualcosa si
debba in qualche modo evidenziare il metro di giudizio con cui la si giudica.
Quando leggo una poesia la giudico per l’emozione o lo stimolo intellettuale
che mi suscita e che nel tempo mi rimane. La poesia lirica è quella che amo di
più; molti si cimentano, ma non sempre la trasmissione delle emozioni, anche se
intense, degli autori resta nel lettore. Ho aspettato un po’ di tempo per
giudicare la raccolta di poesie di Angelo Fonte, proprio per verificare quanto
di esse mi era rimasto, dopo un primo momento di grande piacevolezza della loro
lettura. Senza sorpresa sento ancora quelle iniziali suggestioni che molte
delle poesie mi hanno lasciato. I versi scorrono semplici, godibili, senza
affettazione, senza intellettualismi che costringerebbero il lettore ad
interrompere il piacevole trasporto, per tentare di capire cosa l’autore
intendesse dire. La poesia di Fonte ti dà un senso di quiete, di riposo; è
carica di sentimenti ed immagini, talvolta con una vena di nostalgia, che
alimentano nel lettore il desiderio di partecipare a tali affetti. La natura, i
luoghi, le persone e l’acqua in particolare, rappresentano la concretezza dei
componimenti; le esperienze ed i ricordi, venati di nostalgica positività,
conferiscono quel lirismo semplice, pacato, quieto e robusto.
Come tutte le persone concrete, dotate
anche di una profonda sensibilità, Angelo Fonte sperimenta continuamente la
realtà di ciò che è e quello che si vorrebbe che sia; senza cadere nella
depressione d’animo, ma anzi trovando nella contraddizione e nel deficit,
elementi per sperare, ma soprattutto per continuare ad operare perché qualcosa
di migliore accada. Proprio per questo la sua comunicazione è chiara,
immediata, rassicurante e positiva: queste sono le emozioni che Il Percorso del
vento mi ha comunicato.
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